the story • la storia
Excerpts from the introduction - Estratti dall'introduzione
by Alessandra Cilio
The starting point of Giovanni Cavallaro's "Ca semu" project is an old family photograph of his mother Maria Angelina at the age of 3, together with her elder sister Rosa, not long after the family moved from their home in Piedimonte Etneo, Sicily to New York.
That faded photo, along with a few others, acquired a precious value for a family who had immigrated: together with the memory of the moment it evokes the memory of a land that is now distant and inaccessible.
Years later, Cavallaro returned to those places. He observed them with a nostalgia inherited from his mother, mixed with new eyes of one born and raised in the United States.
The choice of black and white is a reference to old images that have always inspired the photographer, connecting the present with the past: a common denominator of belonging to stories, landscapes and ancestral traditions still alive today. The inhabitants of the towns on the slopes of Mount Etna, have a deep connection with their environment, a connection marked by Etna's imposing presence. The volcano draws natural and urban landscapes of places like Randazzo, Linguaglossa, Piedimonte Etneo and Sant’Alfio, it defines materials and colors, shaping the activities and crafts of entire generations.
Etna, for the locals, is much more than a volcano. 'A Muntagna, the mountain, is a word in the feminine gender, revealing a generous and fertile female soul that emerges symbolically in the many Madonnas worshipped in the area and also in the patron saint of Catania, the virgin Agatha.
In the age of globalization and general amnesia that keeps us mindlessly chasing the future, leaving no time or desire to look back, the communities of these small towns that keep their habits alive without giving up living in the present are an exceptional example. A little girl walks down the street with an astonished gaze, protected by her grandfather's strong grasp. The daintiness of the girl, almost a porcelain doll, contrasts with the the old man's rough, thick hand. This strong contrast stresses the depth of the gesture, evoking the link that older generations establish with the young ones: a solid, reassuring touch. It is right there, in those hands.
Here we are.
Il punto di partenza del progetto “Ca semu” di Giovanni Cavallaro è proprio una vecchi immagine di famiglia: ritrae la mamma Maria Angelina all’età di 3 anni, assieme alla sorella Rosa, non molto tempo dopo che la famiglia si è trasferita dalla loro casa di Piedimonte Etneo, in Sicilia, a New York.
Quella foto sbiadita, assieme a poche altre, acquista per chi emigra e la sua famiglia un valore prezioso: assieme al ricordo del momento essa restituisce il ricordo di una terra ormai distante e inaccessibile.
A distanza di anni, Giovanni Cavallaro ritorna a quei luoghi; li osserva la nostalgia ereditata dalla madre, mista allo sguardo nuovo di chi è nato e cresciuto negli Stati Uniti.
La scelta del bianco e nero rimanda alle vecchie immagini che hanno ispirato da sempre il fotografo, e mette in connessione il presente descritto attraverso gli scatti con il passato: comune denominatore, il senso di appartenenza a storie, paesaggi e tradizioni ancestrali ancora oggi vive.
Delle comunità che abitano nei paesi etnei, viene qui sottolineato il profondo legame con l’ambiente in cui sorgono, caratterizzato dalla pervasiva presenza dell’Etna. Questo elemento geografico disegna il paesaggio naturale e urbano di luoghi come Randazzo, Linguaglossa, Piedimonte Etneo o Sant’Alfio, ne definisce la materia e i colori, modellando le attività e i mestieri di intere generazioni.
L’Etna, per la gente del luogo, è molto più che un vulcano; è ‘a Muntagna, la montagna per antonomasia. Questa definizione, il suo slittamento di genere, sembra tradire l’anima femminile, generosa e feconda, dell’Etna, che si manifesta simbolicamente nelle tante Madonne venerate nel territorio pedemontano e nella stessa santa patrona di Catania, la vergine Agata.
Nell’era della globalizzazione e dell’amnesia generale che ci porta a rincorrere forsennatamente il futuro senza aver più tempo o voglia di guardare indietro, le comunità di questi piccoli centri che ancora oggi mantengono vive le proprie abitudini senza tuttavia rinunciare al presente, rappresentano un caso eccezionale, esemplare.
Cà semu.
by Giovanni J. Cavallaro
Cà Semu (Here We Are), in a poetic sense, is a photo journal of returning to a place I’d never been - Mount Etna, Sicily. The feeling of home; the land, the smells, the faces, all appeared paradoxically familiar as if I had been here before but only in a dream. I experienced a sense of belonging I’d never known; an ancient familiarity.
I’ve begun to realize that the broken ties of family, place, culture; those familiar smells and sounds, linger deep within us. I am one of many millions who’ve fallen from a particular nest, in a tree that stood in a particular place, nourished by the soil in which it had taken root. Although there are many nests and trees and places in the world, there’s great strength and meaning in finding yours.
These photos are my interpretation of the beauty and symbolism in everyday moments of Sicilian life - a celebration of Sicilian culture today, and also a personal journey into my own history. Capturing and editing the images is somewhat of a spiritual endeavour.
The process is an exchange with the subjects, whether animate or inanimate. I have a powerful feeling of gratitude, like receiving an offering as each image is an ongoing opportunity to experience an intimate shared moment.
This project is about culture, family, immigration, devotion and it’s also about living around a volcano and being in an ancient place born from a tremendously diverse population. This has had a strong effect on how I think about immigration and cultural identity.
Like many other Sicilians who immigrated because of economic hardship, my family story is not unique. I feel grateful to have had the experience of living here for the past four years. It has given me a sense of pride and belonging to a culture that puts people, connection to nature, and quality of life first.
Cà Semu (Siamo Qui), in senso poetico, è un'opera fotografica del ritorno a un luogo dove non ero mai stato - il Vulcano Etna, la Sicilia. La sensazione di essere a casa: la terra, i profumi, e i volti, sembravano tutti paradossalmente familiari come se fossi stato qui prima, ma solamente in un sogno. Ho provato un senso di appartenenza che non avevo mai conosciuto; un'antica familiarità.
Ho iniziato a capire che i legami rotti della famiglia, del luogo, e della cultura, quei profumi e suoni familiari, giacciono profondamente dentro di noi. Sono uno dei tanti milioni che sono volati via da un nido particolare, in un albero che si trovava in un posto particolare, nutrito dalla terra in cui aveva messo radici. Sebbene ci siano molti nidi, alberi e luoghi nel mondo, c'è una grande forza e significato nel trovare il tuo.
Queste fotografie sono la mia interpretazione della bellezza e simbolismo in momenti quotidiani della vita siciliana - una celebrazione della cultura siciliana di oggi, e anche un viaggio personale nella mia propria storia. Catturare e editare le immagini è un po' come un' impresa spirituale. Il processo è uno scambio con i soggetti, sia animati che inanimati. Ho una forte sensazione di gratitudine, come ricevere un'offerta, poiché ogni immagine è una continua opportunità di provare un momento intimo condiviso.
Quest'opera riguarda la cultura, la famiglia, l'emigrazione, e tratta della vita intorno ad un vulcano. Parla della devozione e di trovarsi in un luogo antico che attraverso la sua storia ha avuto una popolazione enormemente diversificata. Questo ha avuto un effetto importante su come vedo l'immigrazione e l'identità culturale.
Come molti siciliani che emigrarono dovuto alla difficoltà economica, la storia della mia famiglia non è unica. Sono grato di aver avuto l'esperienza di vivere qui durante gli ultimi quattro anni. Ciò mi ha dato un senso di orgoglio e appartenenza a una cultura che mette la gente, la connessione con la natura, e la qualità della vita in primo piano.